ELENCO :: I BORGHI :: MOLISE :: SPINETE

LA STORIA

Spinete è un comune di origine medievale il cui territorio è situato ai piedi del Massiccio del Matese, nella parte centro meridionale del Molise. Il centro abitato è si trova sulla cima di una collina e si estende verso la vallata, inoltre il borgo è circondato da borgate, che sono situate su collinette a 600 metri s.l.m. e nei punti più alti raggiungono anche gli 800 metri; caratteristico è il verso di una vecchia poesia dialettale che recita così: "Te truov 'ngoppa a na cullina addò ru sol ce gira tuorn tuorn". Su tutto il territorio si possono contare 12 borgate, una frazione e 13 nuclei abitativi. Dalle colline più alte è possibile ammirare i paesi circostanti, quali Bojano, Macchiagodena, Sant'Elena Sannita, Colle d'Anchise, Casalciprano, Busso e Baranello. Le borgate fanno da corona al centro storico e sono l'onore e la gloria del nostro paese. Fino al Settecento, l'antico nome usato per il paese era Le Spinete; esso si ritrova ancora oggi nella parlata popolare e rispetto all'attuale Spinete rende meglio l'origine selvaggia e contadina del nostro paese. La zona dove sorge Spinete ospitò un insediamento dei Sanniti lungo il sentiero Pescasseroli-Candela, fino a quando i Romani li sottomisero e, secondo alcuni ritrovamenti archeologici, furono costretti a trasferirsi in contrada Masseria Strada Vecchia. Il primo feudatario padrone di Spinete risale al 1105 e veniva chiamato Ugone de Molisio, Conte di Bojano. Nel periodo normanno, dopo il 1144, il feudo fu concesso a Giuliano da Castropignano, per diventare poi, nel periodo svevo, dei Conti del Molise. Nel 1269, con l'avvento della monarchia angioina, il territorio passò nelle mani di Tommaso Capuano e, successivamente, in quelle della famiglia Sanfromondo, la quale era imparentata con i Capuano. Nel 1528 divenne proprietà della famiglia Gaetani che resistette fino a fine secolo, quando poi passò nelle mani della famiglia Imperato, titolare del feudo spinetese fino alla fine del feudalesimo. Pochi anni dopo l'Unità d'Italia, in seguito alla ricezione di un documento della prefettura di Campobasso, indirizzato ai sindaci della provincia, venne dato il permesso di ripartire le terre demaniali ai più poveri. I contadini, ai quali vennero affidati i terreni vivevano tutti in paese e si recavano ogni giorno a lavorare le terre dei signori, che distavano anche 3 km. Quindi per necessità, molti di loro si trasferirono nei pressi dei campi da coltivare, dando vita alle borgate che oggi caratterizzano l'intero territorio comunale. Spinete fu inoltre occupata militarmente dall'esercito tedesco dal 3 ottobre 1943 e sperimentò la violenza dei bombardamenti aerei che causarono ingenti danni. Tra il 23 e il 24 ottobre il paese venne liberato da un'avanguardia canadese dell'ottava armata inglese che, dopo avere superato a guado il fiume Biferno, diede il comando di interrompere il bombardamento a tappeto previsto per il giorno successivo.
 
LUOGHI DA VISITARE
 
La chiesa di San Giovanni Battista si trova sulla collina dell’omonima borgata e fu costruita in seguito ad eventi ritenuti miracolosi da più parti. Tramandata di generazione in generazione la storia, ricca di testimonianze, narra che “i contadini che lavoravano la terra intorno all’attuale chiesa, vedevano sempre su un olmo una colomba bianca. A molti in sogno la colomba spiegò che era San Giovanni Battista e veniva da Gallo Matese. Successivamente, ai piedi dell’albero, trovarono la statua di San Giovanni vecchio (portata lì da qualcuno o arrivata miracolosamente sulla nostra collina) e decisero di trasferirla nella chiesa di Spinete. Gli abitanti di Gallo Matese, seguendo le indicazioni di alberi inginocchiati, vennero a riprendersi la statua. La mattina dopo la vecchia statua era tornata di nuovo e, questo fenomeno si verificò per ben due volte”. In seguito, gli spinetesi trovarono una lettera indirizzata a quelli di Gallo che diceva: “Non venitemi a prendere più, perché voglio essere adorato a Spinete”. Al ripetersi di questi fatti prodigiosi, gli spinetesi decisero di costruire, nel luogo dove si trovava l’olmo, una chiesa dedicata al santo. I muratori cominciarono a costruirla con la facciata rivolta verso la borgata, ma la mattina seguente trovarono tutto a terra. Allora, riniziarono i lavori e misero alcune guardie a sorvegliare; senza volerlo, quest’ultime si addormentarono e la mattina trovarono di nuovo tutto distrutto. A quel punto, San Giovanni fece trovare una nuova lettera nella quale diceva che la sua chiesa doveva essere costruita con la facciata rivolta verso il paese; e finalmente, la chiesa venne realizzata. Strane leggende ruotano anche intorno alle varie statue del santo: la prima, “si rifiutò” di entrare in un armadio costruito in seguito alla sua sostituzione e la seconda, bruciò per un incendio causato dalle candele poste ai suoi piedi. Ad oggi, nella chiesa è presente una moderna statua di gesso, venerata ed adorata come le precedenti. Numerosi sono i miracoli attribuiti al grande santo: tra tutti, quelli compiuti durante la Seconda Guerra Mondiale, quando San Giovanni salvò la chiesa dai bombardamenti e limitò a due il numero dei morti. Inoltre, San Giovanni Battista rappresenta un vincolo di unità fra tutti gli spinetesi sparsi per il mondo, i quali costituiscono un altro paese più grande di quello residente.