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LA STORIA

Durante il Medioevo la località fu dotata di un castello. Menaggio, grazie alla sua privilegiata posizione sulla Via Regina, proprio nel punto in cui si intersecava con il tracciato che, percorrendo la Val Menaggio, raggiungeva Bellinzona e quindi la valle del Ticino, era di grande importanza strategica. La Via Regina era una delle più importanti vie di transito, poiché permetteva un rapido collegamento tra la Pianura Padana e l’Oltrealpe. La rocca era pressoché imprendibile ma nel 1523 i Grigioni, avendo già conquistato la Valtellina misero a fuoco Menaggio e il castello fu distrutto. Nel 1525 iniziò la dominazione spagnola, con un notevole peggioramento delle condizioni di vita, che durerà fino al 1714; in quei due secoli le terre lariane, compresa Menaggio, furono infestate dal brigantaggio. Sotto il dominio austriaco e la Duchessa Maria Teresa la vita migliorò. Nel 1805, dopo la creazione del Regno Italico, Menaggio divenne sede di Vice-prefettura e, nel 1859, centro del movimento insurrezionale comasco contro gli Austriaci.
Con l’avvento dello stato unitario la vocazione turistica di Menaggio si afferma in modo netto, sia con la costruzione dei due grandi alberghi – Victoria e Menaggio -, sia con l’edificazione di ville soprattutto a Loveno.  Tra il 1916 ed il 1917 il generale Luigi Cadorna fece costruire un sistema di fortificazioni a linee multilple sul Monte Crocetta: esse facevano parte del sistema difensivo delle Alpi Centrali. Oggi costituisce un’interessante testimonianza storica. Nel 1945 la cittadina fu testimone del tentativo di fuga di Mussolini, prima di finire prigioniero dei partigiani a Dongo. A Menaggio troviamo tre dei cinquanta panelli che sono posti lungo le sponde e sulle montagne occidentali del Lago di Como che fanno parte dei 4 percorsi tematici dell’itinerario “La fine della Guerra”. Due pannelli ripercorrono gli eventi che potarono alla cattura e alla fucilazione del duce e dei gerarchi e uno che ricorda l’uccisione del partigiano Enrico Caronti.

 

LUOGHI DA VISITARE

Villa Mylius Vigoni: unica dimora storica di Menaggio aperta al pubblico, si trova a Loveno, una frazione particolarmente amata nei secoli da artisti e personalità. Questa splendida villa ottocentesca è attualmente Centro Italo-Tedesco per l’Eccellenza Europea, un laboratorio di idee, luogo d’incontro e di confronto tra Italia e Germania, in cui si promuovono progetti e si approfondiscono conoscenze in ambito scientifico, politico, economico e artistico. Ma Villa Mylius Vigoni assolve benissimo anche la sua attività museale e di valorizzazione del ricco patrimonio storico e artistico di cui si fa vanto. Il proprietario Mylius aveva acquistato questa dimora nel 1829 e negli anni l’ha ampliata e abbellita per ospitare le sue ricche collezioni di dipinti, statue e preziosi arredi, trasformandola così in una casa museo che grazie alla cura dei discendenti, i Vigoni, si è conservata intatta fino ai giorni nostri. Attraversando le sue sale ci si immerge in ambienti ricchi di opere firmate da alcuni tra i più importanti artisti del primo Ottocento, tra cui Massimo d’Azeglio, Francesco Hayez e Alessandro Manzoni. Oltre ai grandi ritratti di famiglia e il raffinato mobilio, si può ammirare anche tutta una serie di oggetti d’uso, dagli orologi alle posate, dalla biancheria ai giochi per bambini.

 

Il castello risalente al X secolo, oggi offre una vaga idea di quello che fu in epoca medioevale. Purtroppo, infatti, venne completamente distrutto e smantellato dai signori della Leghe Grigie nel 1523. Del suo passato conserva le imponenti mura perimetrali, che si possono ammirare in più punti, facendo intuire le sue forme originali. Per raggiunge l’altura su cui sorge, alle spalle del paese, si imbocca la salita acciottolata e abbellita da pregevoli portali, alla spalle della Chiesa parrocchiale di Santo Stefano.

 

Percorrendo il suggestivo lungolago ci si imbatte in una curiosa stele in marmo bianco di Carrara, alta 10 metri: si tratta del Monumento dedicato alla tessitrice, realizzato nel 1990 dallo scultore Francesco Somaini, su commissione della famiglia Mantero che sulle sponde del fiume Sanagra, in località Burgatto, aveva una delle sue più antiche e prestigiose seterie. Il monumento celebra e interpreta l’operatività e le fatiche della “Tessitrice”, della quale si intravede, nella pietra, in alto, la sagoma in negativo, una figura femminile al lavoro su un telaio verticale. 

 

La chiesa di Santo Stefano è di origini antichissime e le sue strutture originarie sono oggi nascoste da restauri e rifacimenti; perfino il suo orientamento è rivolto in senso contrario a quello primitivo. Imperdibile una visita dei suoi interni, a tre navate e affrescati nel 1899 dal Tagliaferri, un artista originario di Pagnona. Notevole, nel catino dell’abside, il martirio di Santo Stefano, mentre nel presbiterio, da notare i due quadri del pittore Castelli da Menaggio, rappresentanti due miracoli eucaristici: l’ostia sanguinante sotto il pugnale dei protestanti e un comunicando sacrilego che stramazza davanti a S. Carlo Borromeo. Sopra l’altare della Madonna, nella testata della navata sinistra, è possibile ammirare una copia del dipinto di Bernardino Luini, riproducente Maria con Gesù ed un angelo, il cui originale si trova al Louvre. L’altare è circondato da settecenteschi medaglioni in rame a olio, con scene della vita della Madonna. Nella navata di destra una tela di notevoli dimensioni, ma di autore ignoto, raffigura S.Giorgio, mentre l’altare del Sacro Cuore è ornato da stucchi settecenteschi di maestri intelvesi. Sempre nelle navate minori sono collocate due grandi tele di Scuola Fiamminga (sulla sinistra la nascita della Madonna e sulla destra la Pietà).

 

La chiesa di San Carlo nella frazione di Castello, fu fatta erigere da Cinzio Calvi tra il 1612 e il 1614, sui ruderi dell’antico castello affinché servisse da sepolcro per lui e la moglie Caterina Camozzi. La loro lapide sepolcrale si trova all’interno, sul pavimento davanti all’altare in marmi policromi. Bella la semplice facciata in pietra a vista, ornata da fasce in mattoni in cotto, incastonata tra le mura di antichi edifici tra cui, quello sulla sinistra, la casa dei Canonici. La chiesa è a navata unica e nella cappella di sinistra è da notare una tela con i SS. Fermo, Apollonia e Agata, di Giuseppe Vermiglio, pittore che lavorò a lungo per i canonici del monastero di S. Maria della Passione di Milano; sul muro laterale è presente anche una vetrina con esposti la mozzetta e lo zucchetto rossi appartenuti al cardinale Andrea Carlo Ferrari (altro elemento di legame con la Diocesi di Milano). Non mancano poi alle pareti interessanti tele seicentesche. Certamente caratteristico è l’elegante campanile a vela, in stile spagnolesco, visibile però solo dal centro paese.

 

Per gli appassionati di natura imperdibile è il Parco della Val Sanagra, un vasto territorio ricco di flora, fauna e antichi insediamenti rurali, appena sopra il borgo di Menaggio. Il Parco è definito “una perla di natura tra Lario e Ceresio” e si colloca nella splendida vallata che si incunea nel cuore delle Prealpi Lepontine. L’aspetto davvero affascinante di questo luogo è il suo ambiente ancora selvaggio, fatto di boschi, praterie e alpeggi.