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LA STORIA

Offagna, caratteristico borgo medioevale posto a 309 metri sul livello del mare tra le città di Ancona e Osimo, si erge in dominante sperone arenaria. Dalla piazza alta, nelle vicinanze della bellissima Rocca medievale, si può ammirare uno dei più bei panorami della campagna marchigiana e dei centri storici limitrofi addossati alle colline.Vi sono notizie storiche del villaggio sin dal nono secolo, reperibili nel codice Bavaro conservato a Monaco di Baviera. Il toponimo “Ofania” ha avuto varie interpretazioni, ma la più ricorrente lo fa discendere per alterazione lessicale dalla “Massa Afraniana”, un vasto latifondo costituito in epoca romana a favore della “gens Afrania”. Gli Afrani erano un’illustre famiglia che aveva possedimenti nel territorio offagnese. Possiamo vedere, nel disegno riportato a fianco (ricavato dal libro di Ciaffrè Ofania), una ricostruzione di come poteva essere il primo accastellamento di Offagna intorno all’anno 1000.Il territorio marchigiano, nel corso dell’Alto Medioevo, non presentava generalmente castelli isolati concepiti solo per finalità strategiche e militari; le costruzioni servivano quasi sempre a consolidare e proteggere gli insediamenti. E così anche il “Castellum Ofanie”, di forma semplice e dimensioni modeste, è nato vicino a questo centro economico-rurale, la Massa Afraniana. Nel corso dei secoli, tra il XII e il XVI, Offagna fu centro di lunghe e aspre controversie tra Osimo ed Ancona, alla quale venne infine ceduta per settemila fiorini. A conferma del possesso acquisito gli Anconetani tra il 1454 ed il 1456 edificarono una rocca, quale avamposto fortificato atto a rintuzzare le pretese dei Comuni limitrofi, utilizzando in parte le rovine del castello precedente. Famosa è rimasta “la battaglia del porco” tra Ancona ed Osimo per contendersi la Rocca di Offagna nel 1477, condotta contro Ancona e vinta dal prode Boccolino da Guzzone (di origine offagnese). Dal XVI sec. la fortezza perde d’importanza e le guerre paesane si esauriscono. Il castello sarà utilizzato come dimora da un Podestà, nominato dal consiglio di Ancona, che governerà le povere genti di Offagna. Sin dal 1600 sono presenti ad Offagna due famiglie nobili anconetane, i Bosdari e i Malacari, le quali edificarono belle ville di campagna ancora presenti nel territorio offagnese. Nella seconda metà del 1700 ha abitato ad Offagna l’arch. Andrea Vici, collaboratore del più famoso Vanvitelli, realizzando pregevoli opere architettoniche (il monastero delle salesiane con la chiesetta annessa, la chiesa del SS.Sacramento, la canonica …), le quali hanno contribuito sensibilmente ad abbellire il piccolo paese medievale.
 
LUOGHI DA VISITARE
 
Arrivando ad Offagna si rimane colpiti dal borgo cosi? ben conservato ed armonico, la bella Rocca medievale domina il paese nel punto piu? alto e resti delle mura con un torrione di guardia a nord est ne arricchiscono la visione. Sono poi presenti pregevoli opere architettoniche di fine 1700 dell’Arch. Andrea Vici, collaboratore del Vanvitelli, (la chiesa del SS. Sacramento, il monastero delle Salesiane, la chiesetta annessa, la canonica), la chiesa di San Tommaso e la chiesa di Santa Lucia. Nel paese vi sono poi due ville di Campagna di importanti famiglie nobili (Bosdari e Malacari), gia? presenti ad Ancona, ed ancora ben tre musei: quello di armi antiche all’interno della Rocca medievale, il museo di scienze naturali “Luigi Paolucci” e quello della Liberazione.
 
La Rocca, nella sua struttura architettonica attuale ben conservata, è un notevole esempio di costruzione militare del periodo a cavallo tra il Medioevo e il Rinascimento, la sua edificazione risale al 1454 – 1456. Nel XV secolo, prima i Malatesta, poi gli Sforza cercano di conquistare il territorio anconetano, successivamente Ancona ed Osimo riprendono le ostilità per contendersi Offagna. Il pontefice Eugenio IV (Papa dal 1431 al 1447) concede ad Ancona la giurisdizione sul territorio Offagnese, ed Osimo nel 1445 commissiona la riconquista di Offagna al capitano aragonese Giacomo da Gaivano, il quale riesce a riconquistare Offagna nel 1446. Successivamente (nel 1454) però il Papa Niccolò V cedeva ad Ancona la giurisdizione di Offagna, ed Ancona costruì, sopra il castello esistente in soli due anni (1454-1456), la Rocca così come oggi si presenta. Il castello funzionò da presidio armato per qualche decennio, Osimo però non si era rassegnata per la perdita del territorio offagnese e nel 1477, con il prode Boccolino da Guzzone di famiglia offagnese, riconquista Offagna. Dal XVI sec. la fortezza perde d’importanza e le guerre paesane si esauriscono. Il castello sarà utilizzato come dimora da un Podestà, nominato dal consiglio di Ancona, che governerà le povere genti di Offagna. La Rocca è un edificio pressoché quadrangolare con mastio eccentrico e poggia su una rupe tufacea che ne aumenta moltissimo il potere difensivo. Vista la posizione strategica non era necessaria la presenza di alcun fossato; d’altra parte gli ingressi si trovavano a notevole altezza rispetto al terreno, per cui, una volta ritirati i due ponti levatoi di accesso, la rocca rimaneva perfettamente isolata. L’edificio è costruito in una solida cinta di mura spesse, dove corrono il camminamento di ronda principale e quelli suppletivi che consentivano rapido accesso alle cannoniere. Attualmente si accede all’interno da un ingresso ricavato sventrando una delle cinquanta troniere presenti nel  castello e si entra in una vasta galleria con volta a sesto acuto.
Il mastio, la torre di massimo avvistamento, è suddiviso in cinque piani. Nel primo piano si trova una cella che comunica con il piano superiore tramite due botole poste sul soffitto. Il castellano risiedeva al terzo piano. Ne è prova la traccia dell’unico camino esistente in tutta la rocca. L’ingresso al mastio era situato al quarto piano, quindi a notevole dislivello. Questo era un accorgimento assai diffuso in epoca medievale: in caso di irruzione del nemico all’interno del recinto, si distruggevano le scale ed il mastio, perfettamente isolato, si preparava alla difesa ad oltranza. Sulla sommità, verosimilmente provvista di copertura, stava anzitutto la grossa campana in bronzo recante la data 1477, oltre all’invocazione alla Madonna, e il nome del fonditore, tale Iacobus de Istria. La merlatura posta a coronamento delle cortine e delle torri è di tipo ghibellino, a coda di rondine.
 
Chiesa di Santa Lucia: la prima notizia certa di questa chiesa risale al 1372 e in quel periodo esisteva anche una confraternita detta di Santa Lucia che poi nel 1549, fu chiamata anche della morte. Fin dal 1653 vi si venerava un Crocifisso al quale i fedeli offrivano molti ex voto per grazia ricevuta. Verso il 1674, nel medesimo luogo, la Confraternita fece costruire una nuova Chiesa che è quella che è possibile visitare oggi. La devozione verso il Crocefisso, fu meta di molti pellegrini che giungevano anche da luoghi lontani. Anche oggi, per gli offagnesi, il Crocifisso è il punto di riferimento per la loro fede. La festa si celebra anche oggi, l’ultima domenica di luglio. Il 17 giugno 1762, la piccola chiesa, fu al centro di un evento considerato miracoloso: durante i lavori di scavo per costruire la sacrestia, sul lato destro della chiesa, fu ritrovata una tomba contenente uno scheletro e un’ampolla. Si diffuse immediatamente la voce che quei resti fossero di un martire e quindi la chiesa divenne luogo di profonda venerazione. Passarono alcuni anni nell’attesa dell’evento miracoloso che confermasse l’autenticità di quel ritrovamento fino a quando il vescovo decise la rimozione delle presunte reliquie. A seguito della rimozione delle reliquie fu necessario procedere all’opera di restauro della sacrestia e Girolamo Vici, pievano del paese, incaricò suo fratello Andrea, Architetto allievo di Vanvitelli giunto da poco in paese.
 
 
Monastero delle Salesiane: l’imponente struttura è composta da quatto piani: i sotterranei, scavati nel terreno, le cui finestre affiorano tre le arcate dei contrafforti, gli altri tre piani cadenzati da file di finestre in orizzontale e in verticale scandite verticalmente da quattro lesene giganti ben visibili da Via dell’Arengo. Il pianterreno ha la forma di un enorme quadrilatero al cui centro si apre un cortile che illumina uno stretto corridoio dove si allineano le stanze da lavoro, le cucine, il refettorio e la sagrestia. La severità della struttura, quasi militare, nelle intenzioni dell’architetto doveva rispondere a due esigenze: rappresentare la rigorosa dottrina monacale e raccordarsi all’austerità della fortezza adiacente.
L’architetto Andrea Vici, con questa prima opera complessa, trae spunto dal Convento degli Olivetani (1740) di Perugia, opera del maestro Luigi Vanvitelli, per l’uso del paramento di cotto e per l’uso delle lesene nei corridoi, mentre guarda con attenzione al convento degli Agostiniani (1746) a Roma per l’uso equilibrato di lievi nervature che creano una sensazione piacevolmente fantasiosa.