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LA STORIA

Faicchio è un comune italiano di 3.536 abitanti della provincia di Benevento in Campania Il territorio comunale si estende per 43,88 kmq. Numerose sono le contrade sparse nel comune e le frazioni maggiori sono quelle di "Massa" e di "Casali". La prima si estende alle falde di monte Acero mentre la seconda è sita alle falde di monte Monaco di Gioia. Il centro storico è situato in una posizione elevata rispetto al corso del fiume Titerno e si è sviluppato intorno al Castello medievale. Fa parte della Comunità Montana Titerno e Alto Tammaro. Dista 38 chilometri dal capoluogo di provincia (Benevento).
Il territorio comunale di Faicchio è stato abitato sin dalla preistoria come testimoniano alcuni reperti rinvenuti in zona e che sono attualmente conservati nel museo del Sannio a Benevento. 
Al VI secolo a.C. risalgono le mura megalitiche osco-sannite che cingono ancora oggi la vetta di monte Acero. Queste mura proteggevano la cosiddetta "Arce di monte Acero", una fortezza usata dai sanniti per avvistare i nemici. Probabilmente fu sede di un insediamento romano come testimoniano i resti di un acquedotto romano, di un criptoportico e di un ponte di tale epoca. I longobardi vi fondarono una chiesa dedicata a San Michele in una grotta sul monte Monaco di Gioia.
La prima notizia scritta risale al 1151 quando Faicchio era annoverato fra i possedimenti della famiglia Sanframondo, importante famiglia di origine normanna che aveva in feudo tutti i comuni della valle Titernina. I Sanframondo possedettero Faicchio e i suoi casali (frazioni) sino alla metà del Quattrocento quando furono venduti a Pietro Cola D'Alessandro, presidente della Real Camera di Santa Chiara. Dal 1479 fu proprietà dei Monsorio per poi passare, nel XVI secolo, agli Origlia, ai De Stasio, e nel 1612 a Gabriele De Martino che aveva il titolo di "Barone Duca di Faicchio" e che restaurò il castello trasformandolo in una comoda dimora, pur conservando alcune funzioni difensive. Da allora il castello venne chiamato "ducale" in onore del duca De Martino. 
Il terremoto del 5 giugno 1688 rase al suolo molte abitazioni anche se il castello non dovette subire molti danni dato che per un certo periodo ospitò il vescovo di Cerreto Sannita mons. Giovanni Battista de Bellis. Il comune nel XVIII secolo fu al centro di una furiosa lite fra i feudatari e gli "eletti" dell'Universitas (l'amministrazione comunale dell'epoca). Il 18 gennaio 1729 infatti, in pubblico parlamento, i cittadini decisero di presentare ai tribunali superiori di Napoli dodici richieste affinché fosse proibito al duca di interferire nella giurisdizione locale, di arrestare arbitrariamente i cittadini, di portarli nel carcere del castello senza apposita autorizzazione dell'autorità giudiziaria e di requisire con la forza cibo e materiali vari. Nel 1816 entrò a far parte del distretto di Piedimonte Matese. Dal 1861 fa parte della provincia di Benevento.
Il nome "Faicchio" deriverebbe dalle fave, coltivazione molto presente nella zona. Infatti nel Catalogus baronum il comune era citato nei feudi dei Sanframondo con il nome di "Favicella"
 
LUOGHI DA VISITARE
 

Il castello venne costruito nel XII secolo per volere dei conti Sanframondo in una posizione strategica fra i monti Acero e Gioia ed in una postazione elevata rispetto al corso del fiume Titerno. Tra il XV e il XVI secolo i Monsorio sottoposero l'edificio ad una importante ristrutturazione che gli conferì l'attuale aspetto. I Monsorio restaurarono l'edificio prendendo spunto da Castel Nuovo a Napoli come si evince dalla planimetria, dal prospetto principale e dall'impostazione del cortile interno. Il Castello è a pianta trapezoidale con agli angoli tre delle quattro torri cilindriche originarie, una delle quali (quella che guardava verso la Collegiata di Santa Maria Assunta) è crollata nei secoli scorsi probabilmente a causa di uno dei tanti terremoti che si sono avvertiti nella zona. Una curiosa leggenda è sorta intorno alla cappella palatina e al suo "trabocchetto".
 
La Grotta di San Michele è una cavità Naturale sita nel comune di Faicchio, la grotta viene adibita al culto dell’Arcangelo Michele dai Longobardi intorno al 700 dai Longobardi che fondarono un altro sito rupestre che «dovette all'origine costituire un polo di aggregazione rituale, incentrato sul culto micaelico dopo l'opera antidolatrica svolta dai vescovi di Benevento Barbato, e di Capua Decoro». Oltre a Faicchio e a Cerreto Sannita altre grotte dedicate a san Michele nacquero nelle vicine Guardia Sanframondi e Gioia Sannitica.
 
La Grotta delle Fate: secondo una antica leggenda medievale si racconta che sul Monte Acero avevano stabilito la loro residenza un gruppo di fate e che queste, per appropriarsi dell’acqua del sottostante Titerno, calasseri un secchio lungo i fianchi della montagna legato ad un filo di capelli. La Grotta e' stata più volte percorsa nell'interno da speleologi professionisti..Parte del percorso e possibile farlo senza difficoltà la seconda parte richiede l ausilio di persone esperte dato che il percorso e formato da cavità molto strette e pericolose.
 
Acquedotto romano di Fontanacchia: sotto il ponte da cui si accede all’attuale contrada di Fontanavecchia, una grande fontana forniva l’acqua agli abitanti della zona. La fontana era già vecchia quando i primi abitanti vi si insediarono: onde, il nome di Fontanavecchia che diedero al loro agglomerato di case. Nei pressi della Chiesa di S.Maria di Costantinopoli è visibile l’ingresso di un acquedotto ipogeo risalente intorno al III sec. A.C., ancora oggi percorribile per una lunghezza di circa 1160 metri, quantunque sia in disuso. Dalla zona orientale della contrada, sulla strada per San Lorenzello, l’acquedotto raggiungeva il centro di Faicchio dopo più di 1 km di percorso sotterraneo. Era utilizzato sia per dissetare la popolazione, sia che per l’irrigazione (numerose vasche di contenimento sono ancora visibili nella zona); le bocche di Respirazione, ancora oggi aperte, sono poste a circa 40 metri di distanza l’una dall’altra. L’acquedotto, unico esempio tra quelli dell’epoca ancora oggi funzionante, denota l’importanza della zona come centro abitato di età preromana.