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LA STORIA

Apice è un paese collinare della provincia di Benevento situato a 225 metri sul livello del mare e bagnato dai fiumi Ufita, Miscano e Calore. Lo splendido paesaggio era fedelmente ripreso nel vecchio stemma comunale, costituito da tre monti uniti sulle cui cime spiccavano delle bionde spighe di grano. Questo stemma venne assegnato ad Apice, come definisce lo storico Pacichelli, nel 1504 dal Re Ferdinando II d'Aragona, perché "il nostro comune, con il grano che produceva e conservava, alleviò la miseria che affliggeva quell'anno il Regno di Napoli". Oggi tre fiammelle hanno sostituito le tre spighe di grano.
I suoi castelli normanni caratterizzano la località. Il Castello dell’Ettore, in particolare, domina tutto l'antico centro storico ed è oggi sede della Biblioteca Comunale;di altrettanta importanza storica sono la Chiesa di S. Maria Assunta in Cielo con le sue tre navate ed un magnifico coro, ed il Convento di San Nicola edificato intorno al 1500.
Il territorio del Comune di Apice, con una superficie di 48,83 kmq, si estende dalle valli dei fiumi Calore, Ufita e Miscano alle circostanti colline, con l’altitudine minima di metri 147 e la massima di metri 632. La natura geologica del suolo è argillosa ed in varie zone sono presenti anche le arenarie. Il centro abitato è posto su uno sperone collinare prospiciente il fiume Calore, alla confluenza di naturali direttrici di traffico provenienti dalle varie valli fluviali e dalle zone collinari. Un vasto retroterra, oltre i limiti del territorio collinare, confluisce al capoluogo di Apice. Da ciò è dato rilevare il consolidarsi, attraverso una tradizione plurisecolare, di un fenomeno economico di notevole interesse, quale è quello delle fiere mensili, fenomeno che non trova analoga entità negli altri Comuni della provincia di Benevento e di quelle limitrofe.
Il vecchio centro abitato presenta il caratteristico fenomeno urbanistico di insediamento sulla direttrice Castello-Chiese, con spiazzi a scacchiera e strade parallele; esso è ubicato su una ristretta area, che nel corso dei tempi non ha consentito un elevato sviluppo edilizio.
Nelle zone rurali del vasto territorio si è insediata una numerosa popolazione in case sparse, specie nel periodo dell'incremento demografico, registrato negli ultimi decenni del secolo scorso.
La zona frequentemente è stata colpita dai terremoti, che più volte nel corso dei tempi hanno determinato una stasi della vita economica. I più rilevanti fenomeni sismici si sono verificati nel 1456, nel 1550, nel 1688, nel 1702, nel 1732, nel 1904, nel 1930 e nel 1962. A seguito del terremoto del 1962 il centro abitato, per motivi di ordine geologico, è stato ricostruito per trasferimento nella parte pianeggiante, sulla confluenza dei fiumi Calore e Ufita, località che in una visione moderna più ampia, consente il riassetto dell'insediamento edilizio del capoluogo sulla base delle medesime motivazioni di convergenza dell'economia del territorio attraverso le esistenti direttrici di traffico. Il nuovo centro riproduce la disposizione longitudinale del vecchio abitato, con sviluppo laterale secondo direttrici di parallelismo intersecato di assi di convergenza alle attrezzature civili.
 
LUOGHI DA VISITARE
 
Il castello dell’Ettore è sicuramente quello meglio conservato. E’ situato a nord dell'ingresso del vecchio paese ed è un grande fabbricato che, con il passare dei secoli, ha subìto grandi trasformazioni. Esso domina tutto il paese ed infatti tutti i vicoli principali conducono alla sua piazza: questa posizione strategica era una caratteristica dei castelli, perché il signore feudale dall'alto vegliava sull'abitato. Nel trascorrere degli anni, il castello dell’Ettore è stato trasformato in Casa Comunale, Caserma dei Carabinieri, Scuola Elementare, Sede del Fascio, e ultimamente in Museo Storico con annessa Biblioteca. Oggi può essere ammirato, almeno in parte, nel suo intero splendore grazie ad un laborioso progetto di ristrutturazione attuato dal Comune. In contrada Cubante Recupo, in una posizione molto vantaggiosa per difendere Apice dai Saraceni, sorgeva un castello detto “Castiglione”. Esso fu raso al suolo da Landolfo la Greca, Contestabile di Benevento, che per rappresaglia contro i Normanni, i quali esercitavano soprusi e prepotenza contro i Beneventani, assalì Apice (allora appartenente alla Contea di Ariano) radendo al suolo il castello sito nel luogo"Castiglione", per cui oggi non rimane alcuna vestigia.