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LA STORIA

La città di Larino è di origine etrusca. Gli studiosi ne identificano la fondazione anteriore di circa 500 anni alla quella di Roma (1200-1100 a.C.). Dopo la distruzione della città di Frenter (il suo nome etrusco), la Città fu ricostruita con il nome di Ladinod ( dalla radice lad che ha il significato di signoria o dimora) nome impresso anche sulle sue monete. Con il passare dei secoli questo termine subì modifiche tramutandosi nel nome latino Larinum ,deformandosi successivamente in Larina ,quindi in Alarino,per raggiungere nel XIX secolo l'attuale forma di Larino. La Città costituisce un impianto urbano solido ed evoluto già nel IV secolo,testimoni le mura perimetrate di edifici recentemente scoperti. In epoca romana fu importantissima ,ebbe il foro,le terme,l'anfiteatro che pochissime città potevano vantare. Durante la seconda guerra punica (217-201 a.C. ) fu teatro di battaglie tra l'esercito di Annibale,che era accampato a Gerione e Fabio Massimo,dittatore a Larino. Al tempo di Augusto, venne trasferita una colonia militare cluvenziana,che pare dette il nome ad una delle famiglie della Frentania,la Cluentia. A questa famiglia appartenne Lucio Cluentio,larinate,che morì nel 89 a.C . A Larino nacque anche Aulo Cluentio assurto a notorietà per essere stato difeso da Cicerone (ricordiamo appunto la famosa orazione "Pro Cluentio" pronunciata nel 66 a.C. ). In epoca longobarda Larino divenne capoluogo di una delle 34 Contee nelle quali fu ripartito il ducato di Benevento. Oggi questa città, è famosa per le testimonianze delle epoche passate, l’anfiteatro e i mosaici romani, i sontuosi palazzi,la Cattedrale di San Pardo, le ville nobiliari e le Chiese, tra cui quella di S. Francesco, mostrano le tracce di una storia millenaria.
 
LUOGHI DA VISITARE
 
Il Museo Diocesano
Allestito nel Palazzo Vescovile ed intitolato a mons. Giovanni Andrea Tria vescovo di Larino del 18° secolo, è stato inaugurato il 29 ottobre 2011 per volere del vescovo Gianfranco De Luca, con lo scopo di conservare, valorizzare e promuovere la conoscenza del patrimonio storico-artistico, proveniente dalla Cattedrale di Larino e dal territorio diocesano.
Il Museo, disposto su due piani, custodisce opere pregevoli, dipinti e sculture.
Il piano inferiore ospita numerose statue tra le quali un antica statua lignea di san Pardo e una Statua di San Michele Arcangelo, in gesso, risalente al XIV secolo. Al piano superiore si possono ammirare diverse opere del noto pittore Paolo Gamba.
Di rilievo, inoltre, figurano:
Due pannelli lignei (XV secolo).
Il reliquiario a braccio di san Primiano (fine XV secolo).
Velo omerale del vescovo Belisario Baldevino (1555 - 1591), fondatore nel 1564 del Seminario diocesano di Larino.
Serie di calici e pissidi (inizio XVIII secolo).
 
Scuderie Parco Archeologico Anfiteatro Romano - Villa Zappone
Pertinenti alla Villa Zappone è un edificio adibito a scuderia per i cavalli.
Alle spalle della villa stessa, sono presenti le scuderie.
Tra il 2006/2007, al di sotto del piano di calpestio dell’edificio, sono stati rinvenuti la canaletta di scolo del sistema fognario romano e la continuazione della pavimentazione musiva a soggetto marino che si estende anche al di fuori dello stesso edificio.
All’interno delle scuderie, era ed è tutt’oggi presente un bellissimo armadio in castagno, in cui venivano sistemate le selle. Sull’armadio sono state invece le iniziali del proprietario della villa “FZ”, ed alcune scenette di vita quotidiana molto interessanti.
Inoltre, vi è la stanza che accoglie l’abbeveratoio per gli animali.
Oggi, tale ambiente viene utilizzato come luogo per l’inaugurazione di mostre di pittura, di fotografia e presentazione libri.
 
Ara Frentana
Negli anni ’40 lungo la Statale Sannitica n. 87, all’altezza di via Gramsci e via Novelli, fu istituita un area adibita a giardino pubblico e all’esposizione di materiale archeologico dell'antica Larinum, riportato alla luce dal larinese Ernesto De Rosa. Fino ad alcuni anni fa, qui era presente un bellissimo altare rotondo, dal quale deriva il nome Ara Frentana, termine che sta ad indicare tutta la raccolta archeologica presente in loco. L’altere, proviene della zona di Torre Sant’Anna, oggi è conservato presso il Museo Civico.
Oggi, nell’area sono ancora presenti dei reperti quali, monumenti funerari, parti di alcuni edifici pubblici. Molti, invece, sono stati trafugati, altri invece sono localizzati all’interno del Palazzo Ducale.
 
Oasi Francescana
Il convento di Larino fu fondato nel 1535 da p. Paolo da Sestino per desiderio di mons. Morsellino, vescovo di Guardalfiera ed a spese di Adriano Morsellino, fratello dello stesso vescovo. Il fabbricato dello stabile del convento fu affiancato ad una vecchia chiesina preesistente intitolata alla Croce. In detto convento si tenne un capitolo provinciale, il primo di cui è pervenuta notizia. Fu fabbricato con appena 9 cellette. In seguito furono ingranditi il convento e la chiesa (1630). Vi ha dimorato per vari anni il Servo di Dio p. Raffaele da S. Elia a Pianisi. In vista di una probabile soppressione, furono inventariati tutti i beni del convento il 10 agosto 1808; il relativo verbale fu consegnato al superiore del convento p. Bonifacio da Castelvetere. La paventata soppressione non replica uhren venne subito, ma solo nel 1811 preceduta da altri inventari consegnati allo stesso p. B Bonifacio da Castelvetere. La soppressione avvenne perché la famiglia religiosa non arrivava al previsto numero di frati. Il numero richiesto era di dodici elementi. Fu riaperto nel 1816 e chiuso definitivamente con la soppressione del 1866. Fu adibito dal comune in un primo tempo a scuola rurale e poi sino al 1939 ad ospizio degli anziani.to il 10 agosto 1808.
Solo nel 1948 i Frati Cappuccini tornarono ad abitare il complesso monastico, in seguito alla decisa volontà dell'allora Sinaco , Ugo Pietrantonio.  
Nella chiesa troviamo la Madonna della Pietà, quadro attribuito ad Antonio Solario, detto lo Zingaro, che operò nella prima metà del XV secolo. L'Altare maggiore si adorna di una Natività, che potrebbe essere del pennello di Francesco Tolentino (XVI sec.). Nella Cappella interna del convento si trova una tela ad olio firmata da un tale Crescentius o Conscius del 1743, raffigurante la Madonna tra Santi Francescani: S. Antonio di Padova, S. Felice da Cantalice, S. Fedele da Sigmaringa. 
Accanto alla chiesa, si possono ammirare altre costruzioni realizzate nel corso del Novecento, dedicate una a Padre Raffaele da S. Elia a Pianisi, l’altra più recente realizzata in onore di San Pio.
 
Palazzo Ducale
Il Palazzo Ducale di Larino è l’antico castello edificato intorno al 1100-1200 dai conti Normanni, durante la conquista longobarda della penisola.
Secondo alcuni studiosi in questo luogo sorgeva una fortificazione esterna che fungeva da prigione.
Era situato vicino la Porta di Piano (via Cluenzio), ovvero presso l’asse viario principale del borgo.
Nel tempo ha subito molte modifiche: da una struttura semplice passò ad essere un enorme complesso.
E’ appartenuto a diverse importanti famiglie larinesi tra le quali Francia, Orsini, Carafa e De Sangro.
Nel 1580 la famiglia Francia acquista il Castello, resta nelle loro mani fino al 1663 quando viene ceduto ai Carafa. Nel 1683 i De Sangro, ultimi feudatari di Larino, entrano in possesso del Castello trasformandolo in palazzo residenziale. Nel 800 viene definitivamente acquistato dal Comune della città.
La facciata principale è del 1818. Nel 1871 vennero abolite la seicentesca rampa e la facciata turrita. Nel 1888 viene costruita la facciata su p.za V. Emanuele.
All’interno, nella stanza del Sindaco, è conservata una volta affrescata nel 1907 da Luigi Benevento, raffigurante al centro l’ala in campo azzurro, ovvero lo stemma della città, ed ai suoi lati presenta i volti di importanti personaggi del periodo risorgimentale.
L’atrio oggi ospita il Museo Civico, la Biblioteca Comunale “Bartolomeo Preziosi” e gli uffici comunali.
 
Anfiteatro Romano
A testimonianza del dominio Romano, è possibile visitare l’Anfiteatro Romano. La struttura era di medie dimensioni e poteva contenere circa 18.000 spettatori. Di forma ellittica presenta quattro Porte: Porta Nord, la porta dei gladiatori o delle bestie vincenti, Porta Sud, la porta dei vinti, e Porta Ovest ed Est, entrate laterali che consentivano l’accesso agli spettatori. L’Anfiteatro Romano è caratterizzato da una struttura mista di cui una parte scavata nel tufo e l’altra parte in elevato. L’Arena, scavata nel tufo, è leggermente bombata al centro, per rendere più facile il fluire dell’acqua verso la canaletta di scolo (euripo) che copre l’intera circonferenza della struttura. Al centro è visibile ancora una fossa quadrangolare che permetteva alle bestie l’acceso nell’arena, attraverso una piattaforma mobile. Gli spettatori potevano raggiungere facilmente il proprio posto a sedere percorrendo l’ambulacrum e dirigendosi verso i dodici vomitoria distribuiti equamente su tutta la cavea. A ciascun spettatore spettava un posto a sedere in base al proprio rango sociale. Ai cavalieri era permesso assistere ai diversi spettacoli dal podio, le famiglie patrizie erano ospitate nell’ima cavea, alle famiglie più ricche era riservata la media cavea, infine i cittadini più poveri trovavano posto nella summa cavea, di cui oggi non abbiamo più traccia perché costruita in legno. In epoca medievale dopo l’abbandono della Larinum Romana, alcuni settori furono adibiti ad abitazioni e ad attività artigianali. In epoca alto-medievale altri settori furono utilizzati per accogliere diverse sepolture. Il 16 Giugno 2010, è stato siglato l’accordo di gestione tra la Direzione Regionale per i  Beni Culturali e Paesaggistici del Molise, il Comune di Larino e l’Università degli Studi del Molise, finalizzato alla valorizzazione  e fruizione  del complesso monumentale ed Archeologico del Parco Archeologico Anfiteatro Romano – Villa Zappone.
 
Basilica Cattedrale di San Pardo
La cattedrale di Larino è una delle più importanti opere d’arte dello stile romanico dell’Italia meridionale. L’edificio risale al XII secolo e la data di consacrazione ossia 1319 è riportata nell’architrave del portale centrale in caratteri gotici. La chiesa è dedicata all’ Assunta ed al patrono S. Pardo, vescovo di Larino. La facciata è divisa in due piani da una cornice: la parte superiore presenta le caratteristiche delle chiese romaniche abruzzesi (terminazione orizzontale) ed è caratterizzata dalla presenza di un particolare rosone a tredici raggi (12 apostoli +Cristo). Il rosone è sormontato da una cornice all’interno della quale sono rappresentati i 4 simboli degli evangelisti e l’agnello mistico in posizione centrale. Al vertice della cornice è raffigurato il vescovo S. Pardo in abiti episcopali. La facciata superiore è arricchita da due bifore, anche esse incorniciate e riccamente scolpite. Nella parte inferiore si apre il portale strombato con timpano, decorato con colonnine tortili e con ricchi capitelli, a guardia dell’ingresso ci sono sui lati grifi e leoni simboli della vigilanza. La lunetta rappresenta la scena della crocifissione in cui Cristo crocifisso è incoronato re da un angelo e circondato dalla Madonna e da S. Giovanni apostolo, in cui sono visibili ancora rare tracce di colore sui protagonisti della scena. La posizione di Cristo ricorda una Y, tipico esempio di iconografia religiosa del XI. Il campanile si erge sul lato destro della cattedrale su un imponente arco a sesto acuto risalente al 1451; il campanile è stato edificato su uno più antico, di cui non restano tracce. Affianco all’arco di volta, c’è l’iscrizione con il nome dell’architetto Giovanni da Casalbore. Al primo piano c’è una seconda iscrizione che riporta la data della conclusione dei lavori ossia il 1523. Il campanile si caratterizza per la presenza di bassorilievo di età romana, facenti parte dell’antica città romana di Larino, stemma della città e dei committenti ossia il vescovo Jacopo de Petrucci e il feudatario Pappacoda. Al piano superiore vi è un particolare orologio realizzato nel 1785 ad opera del maestro Paolo Grassi di Casacalenda infine nel terzo piano si trovano le 5 campane di cui 4 inserite nell’ottagono e la più grande sopra l’orologio.
L’interno della cattedrale ha tre navate di larghezza e lunghezza disuguale: tale caratteristica è determinata dalla presenza di un edificio preesistente, dalla pianta generale si nota che le prime tre coppie di pilastri sono perfettamente simmetriche a differenza dei rimanenti (vicino al portale) indicando due differenti fasi costruttive: infatti il portale e le scale adiacenti sono disposte obliquamente rispetto all’altare. L’interno oggi è un tipico esempio di romanico meridionale, con archi a sesto acuto caratterizzati da semplici decorazioni, in passato la chiesa ha subito modifiche stilistiche diventando nei secoli successivi una chiesa barocca, attraverso dei restauri effettuati negli anni 20-30 l’edificio sacro è stato riportato all’aspetto originario. Si conservano tracce di affreschi sulle pareti databili al XIV secolo: l’affresco più importante è costituito da S. Orsola e il rapimento delle Vergini, mentre, quasi completamente illeggibile, è quello dell’annunciazione del 1532. inoltre si possono ammirare alcuni bassorilievi sia in pietra di incerta datazione che in legno: tra quelli in pietra si notano un tabernacolo eucaristico e uno che rappresenta Cristo benedicente tra due angeli; tra quelli in legno di fine 1300 (sacrestia grande) abbiamo la raffigurazione dell’ultima cena, la traslazione del corpo di san Pardo, patrono della città, avvenuta il 26 maggio 842. La cripta di San Pardo è stata recuperata con i restauri del 1998 ( navata sinistra), con tracce di affreschi estremamente alterate. Sulla navata destra si trova la tela raffigurante san Pardo attribuita a Luca Giordano. Per quanto riguarda la parte presbiteriale si può notare che l’abside è quadrata  con volta a crociera, l’altare maggiore di stile barocco oggi non più visibile, attualmente le reliquie di S. Pardo sono conservate all’interno del nuovo altare.